Componenti


Le componenti che possono essere impiegate sono molte, tradizionalmente vengono suddivise in organiche e minerali, quest’ultime possono essere trattate termicamente o meno. Di seguito vengono descritte le più diffuse per un impiego in purezza o miscela.

Le matrici utilizzabili per la produzione di un substrato di coltivazione sono definite nella norma nazionale allegato 4 DLgs 75/10 e nel regolamento UE 2019/1009, nel caso della produzione di un substrato a marcatura CE.


Componenti organiche


Torba

E’ un materiale organico composto in massima parte da residui, più o meno decomposti, di muschi, canne e carici provenienti da zone umide e paludose. Si forma in condizioni di assenza o scarsa presenza di ossigeno. La torba di Sfagno è la più diffusa ed apprezzata. E’ composta in massima parte da residui poco decomposti di diverse specie appartenenti a questo genere di muschi.

Le torbe si differenziano non solo per la composizione botanica ma anche per il colore (legato al diverso grado di decomposizione), al sistema di raccolta ed alla setacciatura.

La torba non è un materiale fossile, perché si ritrova il materiale vegetale originario. La torba è rinnovabile, si rigenera, anche se molto lentamente.


Compost verde - Ammendante compostato verde (ACV)

E’ il prodotto ottenuto attraverso un processo controllato di trasformazione e stabilizzazione dei residui organici che possono essere costituiti da scarti della manutenzione del verde ornamentale e scarti vegetali di vario genere, compresa la frazione organica di alghe e piante marine. Per la normativa nazionale il compost verde rientra nella classificazione ammendante compostato verde, per il regolamento UE 2019/1009, il compost verde rientra nella CMC3.


Compost misto - Ammendante compostato misto (ACM)

E’ un prodotto ottenuto attraverso un processo controllato di trasformazione e stabilizzazione di rifiuti derivanti dalla frazione organica dei rifiuti urbani provenienti da raccolta differenziata, da rifiuti di origine animale, da rifiuti di attività agroindustriali, da rifiuti non trattati dell’industria del legno e tessile, da reflui e fanghi e dalle stesse matrici previste per il compost verde. Per la normativa nazionale il compost misto rientra nella classificazione ammendante compostato misto, per il regolamento UE 2019/1009, il compost misto rientra nella CMC3.


Compost con fanghi - Ammendante compostato con fanghi (ACF)

E’ un prodotto ottenuto attraverso un processo controllato di trasformazione e stabilizzazione di reflui e fanghi nonché dalle matrici previste per l'ammendante compostato misto. Attualmente è una materia prima poco utilizzata in miscele destinate al settore hobbistico. Per "fanghi" si intendono quelli di cui al Decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 99 e successive modifiche e integrazioni. I fanghi, tranne quelli agroindustriali, non possono superare il 35% (p/p sostanza secca) della miscela iniziale. I fanghi utilizzati per la produzione di dell’Ammendante compostato con fanghi, nelle more della revisione del D.Lgs. 99/92, devono rispettare i seguenti limiti: PCB < 0,8 mg/kg s.s. Per la normativa nazionale il compost con fanghi rientra nella classificazione ammendante compostato con fanghi (ACF), per il regolamento UE 2019/1009, non è ammessa la produzione di compost con fanghi.


Cortecce invecchiate o stabilizzate

A differenza delle cortecce utilizzate per la produzione di ammendanti (pacciamanti), quelle utilizzate per la produzione dei substrati (es. substrato per orchidee), derivano in massima parte da conifere e si impiegano previo processo di stabilizzazione, necessario per la stabilità della componente organica e  microbiologica; successivamente vengono macinate e/o vagliate. Se provengono da pino marittimo non necessitano di stabilizzazione. Per la normativa nazionale rientra nella classificazione dell’ammendante vegetale semplice non compostato, per il regolamento UE 2019/1009 potrebbero ricadere nella CMC2.


Cocco

Della noce di cocco si utilizza la parte mediana del guscio (mesocarpo). Dalla sua lavorazione si ricavano fibre lunghe utilizzate per diversi manufatti mentre le più corte (1-3 cm), sono impiegate nella preparazione di substrati. Il mesocarpo può essere macinato finemente a formare il cosiddetto midollo o in frazioni più grossolane chiamate chips. Il prodotto, prima di essere commercializzato, è sottoposto in genere a ripetuti lavaggi per ridurne il contenuto in sali ed a un invecchiamento o compostaggio della durata di alcuni mesi. Per la normativa nazionale rientra nella classificazione dell’ammendante vegetale semplice non compostato. Per la normativa nazionale rientra nella classificazione dell’ammendante vegetale semplice non compostato, per il regolamento UE 2019/1009 potrebbero ricadere nella CMC2.


Lolla di riso

E’ rappresentata dalle brattee o glumelle della cariosside trattate termicamente per ottenere il riso parboiled. Questo trattamento termico assicura la devitalizzazione di eventuali semi presenti e la sterilizzazione del mezzo. Rientra nella classificazione dell’ammendante vegetale semplice non compostato.


Fibra di legno

Deriva in massima parte dalla sfibratura ad alta temperatura di legno di conifere. Il prodotto derivante è trattato con pigmenti coloranti ed agenti per stabilizzarne le caratteristiche biochimiche.

Rientra nella classificazione dell’ammendante vegetale semplice non compostato.


Componenti minerali

Entrano nella formulazione dei substrati con percentuali in peso o volume molto variabili in funzione dell’impiego finale del prodotto, in alcuni casi sono utilizzate al 100%, come nel caso della lana minerale per l'idroponica.

Rappresentano, solitamente, la componente prevalente in peso e volume dei substrati per il verde tecnico (paesaggistica, tetti verdi, verde intensivo, ecc..).


Lana minerale

La lana minerale o lana di roccia, è’ un materiale derivante dalla lavorazione di rocce basaltiche, calcaree e carbone che dopo essere state fuse insieme ad una temperatura superiore a 1600°C viene raffreddato subendo un’espansione circa 90 volte superiore al volume iniziale ed assumendo una struttura fibrosa e compatta. In funzione delle caratteristiche del flusso d’aria e del successivo taglio le fibre possono assumere orientamenti e dimensioni differenti conferendo molteplici proprietà fisiche al prodotto finale in termini di CRI, P e CA. La lana di roccia risulta essere un materiale inerte con un’ottima stabilità.


Argilla

E’ rappresentata in genere da montmorillonite o bentonite. Solitamente è aggiunta in forma granulare, meno frequentemente in polvere. Non deve contenere carbonati.


Pomice

E’ una roccia vulcanica che si origina da materiali incandescenti espulsi durante le eruzioni e raffreddatisi all’aria. Ne risulta un materiale ricco d’aria, perlopiù intrappolata all’interno delle particelle, che conferisce alla pomice una notevole leggerezza, ben superiore rispetto ad altre rocce vulcaniche.


Lapillo

Minerale di origine vulcanica, roccia magmatica effusiva (vulcanite vulsina del periodo Pleistocene) naturalmente calcinato ad alta temperatura, poroso, isolante, leggero. Materiale particolarmente indicato per migliorare il drenaggio, ideale per i prati e negli impianti sportivi. Può avere differenti granulometrie ed essere di differente colore, nero, rosso, ecc.


Sabbia

In genere è estratta da cave di sabbia lungo i fiumi. Non deve contenere carbonati al fine di scongiurare aumenti del pH ed interferenze nell’assorbimento di alcuni elementi nutritivi.


Zeoliti

Sono rappresentate da un gruppo di minerali di origine vulcanica caratterizzati da una elevata capacità di scambio grazie a cristalli con struttura a nido d’ape che presentano notevoli spazi interni di dimensioni tali da permettere l’entrata e fuoriuscita di acqua e diversi ioni. Si impiegano generalmente i tipi granulari.


Perlite espansa

E’ un materiale di origine vulcanica di aspetto vetroso che non è impiegato tal quale ma previo riscaldamento a 1000°C. Il riscaldamento provoca un aumento di volume delle particelle di circa 20 volte conferendo la leggerezza, l’aspetto ed il colore caratteristico.


Vermiculite

E’ una roccia di struttura laminare che si impiega previo trattamento termico a 1000°C. Ciò provoca una forte espansione delle particelle causata dalla vaporizzazione dell’acqua presente fra gli strati. Ne risulta un materiale leggero e poroso che, se aggiunto al mezzo, può migliorare non solo l’arieggiamento ma anche l’assorbimento dell’acqua.